Sull’esperienza di sentirsi esistere
di Adelina Detcheva
Talvolta si ha l’impressione che qualcosa manchi. Una strana esperienza di vuoto, una spiacevole e perenne sensazione di non sentirsi reali. Una compiacenza, un modo di fare sociale, un conformismo. Magari un’intelligenza al di sopra della media.
Magari una persona con questo tipo di esperienza giunge in analisi ad un certo punto della sua vita senza sapere nemmeno il perché.
«La paziente che ho citato in precedenza è giunta verso la fine di una lunga analisi all’inizio della sua vita. Essa non ha alcuna vera esperienza, non ha un passato; comincia con cinquant’anni di vita inutile, ma finalmente si sente reale, e perciò ora vuole vivere» (Winnicott, 1965, p. 188).
E perciò ora vuole vivere: un commento breve. Il commento più potente di tutte le considerazioni. E non importa quand’è che succede: l’importante è che succeda, prima o poi.
Bibliografia
Winnicott D.W. (1965). La distorsione dell’Io in rapporto al Vero ed al Falso Sé. In Sviluppo affettivo e ambiente. Armando: Roma, 1970.